Domenica 27 aprile è stata celebrata la Giornata della Liberazione di Mirano

Pubblicato il 28 aprile 2025 • Comune , Cultura

Domenica 27 aprile è stata celebrata la “Giornata della Liberazione di Mirano” in occasione degli ottanta anni della liberazione della Città di Mirano, avvenuta il 27 aprile 1945.

E' stata una festa che ha visto la partecipazione di studenti, docenti, associazioni, testimoni di ieri e di oggi, cittadine e cittadini.

Sono intervenuti il Sindaco Tiziano Baggio (di seguito si riporta il discorso ufficiale), l’Assessora alle politiche per Mirano Città della pace Maria Francesca Di Raimondo, il Presidente dell’ANPI Mirano Bruno Tonolo, studenti degli istituti scolastici miranesi.

A seguire è stata scoperta una targa presso il Monumento al Partigiano (inaugurato 50 anni fa) in ricordo dei sei partigiani esposti dopo essere stati trucidati nella Caserma del Fascio nel dicembre 1944, con testimonianze dei parenti dei Martiri.

Hanno parteciperanno le Associazioni d’arma e la Filarmonica di Mirano.

Testo di approfondimento "27 aprile 1945: la Liberazione di Mirano (da “Mirano 1938-1948  La Resistenza e la vita della società miranese” di Martino Lazzari e Cristina Morgante disponibile al link https://municipium-images-production.s3-eu-west-1.amazonaws.com/s3/4099/allegati/mirano-citt-resistente/la-liberazione-di-mirano27-4-2025.pdf 

Foto della celebrazione nella pagian Facebook comunale https://www.facebook.com/ComunediMirano 


 

 Discorso del Sindaco Tiziano Baggio per la “Giornata della Liberazione di Mirano” del 27 aprile 2025

Il 27 aprile 1945 il Comitato di Liberazione Nazionale di Mirano assunse “tutti i poteri di amministrazione del territorio del Comune di Mirano” e nominò la giunta popolare amministrativa composta da: Luigi Bianchini, Franco Pezzoni, Emilio Prosdocimi e Pietro Ribon (per la Democrazia Cristiana); Marcello Demonte, Gioacchino Gasparini e Giuseppe Tizianello (per il Partito d’Azione); Erminio Nicoletti ed Antonio Naletto (per il Partito Comunista); Pellegrino Sperandio (per il Partito Socialista). Emilio Prosdocimi venne nominato sindaco; prosindaco è Marcello Demonte. Gli stessi Bianchini, Demonte, Nicoletti e Sperandio firmarono il decreto come rappresentanti del C.L.N. Una giunta plurale per una resistenza plurale, il desiderio di ricostruire, pur in mezzo a divergenze di vedute e contrasti interni. Dopo meno di un anno divenne Sindaco Tullio Morgante, il primo Sindaco eletto democraticamente. Problemi enormi, la fame, il lavoro, la povertà, la distruzione, uniti alla volontà di pace e di pacificazione. Sono stati degli eroi gli amministratori di allora, come sono stati degli eroi i nostri nonni e i nostri bisnonni.

Sono trascorsi 80 anni da quel 27 Aprile, il giorno più importante della storia di Mirano. 80 anni in cui abbiamo conosciuto pace e progresso e vissuto in un’Italia libera e democratica. 80 anni frutto della tenacia, del sacrificio, della volontà, delle idealità di tante donne e di tanti uomini che hanno scelto di resistere al fascismo, un regime che ha esercitato per oltre 20 anni una forma di governo odiosa, vergognosa e disumana, basata su una logica di oppressione, di violenza, di prevaricazione. Siamo tutti e tutte figli ed eredi di quella storia di riscatto.

80 anni in cui Mirano è cresciuta ed è diventata più bella che mai. Questa piazza, i parchi, il Muson, il Lusore, il leone, il campanile, il verde, la luce e il paesaggio che ci rasserenano, la sua gente, la capacità di costruire relazioni e di essere accogliente, le sue associazioni, il Centro Pace che siamo orgogliosi di avere perché Mirano è e sarà città della pace e del dialogo. Mirano è una comunità diffusa in un territorio e in un paesaggio unici. In ogni luogo si respirano il ricordo e la memoria di cosa eravamo e da dove veniamo: cito per tutti l’ultimo nato, anzi rinato, lo splendido Viale delle Rimembranze, che ci ricorda i caduti in guerra e l’insensatezza delle guerre, piazza Errera, che ci ricorda insieme l’olocausto e l’orrore delle mafie, il Monumento al Partigiano, che ci ricorda la liberazione dal nazifascismo e la fine della seconda guerra mondiale, realizzato nel 1975, esattamente 50 anni fa, da un artista di chiara fama a cui è stato commissionato da un’amministrazione comunale illuminata a cui tutti noi dobbiamo tantissimo guidata da un Sindaco partigiano, Giancarlo Tonolo: fino agli anni 70 non vi era verde a Mirano, né i parchi pubblici, né il piano regolatore, né tante altre cose di cui godiamo tutti oggi.

Ma quanto bella è Mirano? Ma quanto amiamo Mirano? Una città amministrata bene, in modo innovativo, da uomini e donne appassionati, capaci, ricchi di idee e di passione, figli e figlie dei valori della Resistenza. Una città che ha avuto tra

i suoi Sindaci ben 4 partigiani: Luigi Bianchini e Tullio Morgante nel dopoguerra, Gioacchino Gasparini negli anni 60 e, come detto, Giancarlo Tonolo negli anni 70.

Come a dire che Mirano è la Resistenza, la Resistenza è Mirano. Perché gli uomini e le donne della Resistenza non solo ci hanno donato la libertà, ma hanno anche posto le basi per la Mirano di oggi. Mirano è stata protagonista di quella stagione di lotta e di speranza. Penso alla scelta dei nostri concittadini di essere partigiani di pianura, alla scelta di chi li ha aiutati e protetti, alla scelta di chi ha nascosto gli ebrei: scelte coraggiose di persone che oggi vogliamo onorare, scelte che potremmo definire avventate ragionando con i criteri di chi non ha cuore, scelte che ci hanno donato il futuro. Nessuno di loro aveva da difendere una democrazia, uno stato di diritto o almeno una Costituzione democratica perché non c’erano. Nessuno di loro aveva da difendere certezze, benessere o privilegi perché non ne avevano. Quei ragazzi e quelle ragazze avevano conosciuto fino ad allora un unico regime, totalitario, disumano, razzista. Povertà e paura la facevano da padrone, violenza e prevaricazioni quotidiane erano la sola legge che avevano conosciuto, nessuno spazio c’era per chi la pensava diversamente. Loro cercavano e volevano un futuro di pace, di giustizia e di libertà.Strade, piazze e contrade che percorriamo e viviamo ogni giorno, il monumento al partigiano, la targa che scopriremo tra qualche minuto dedicata ai nostri 6 figli barbaramente trucidati, ci ricordano che molte persone della nostra città, e con esse le loro famiglie, hanno pagato un prezzo altissimo per rendere quel sogno realtà, che quelle donne e quegli uomini non hanno permesso che altri decidessero per loro. Persone che non hanno potuto vedere e vivere il futuro che cercavano e che voglio qui ricordare, nome per nome:

- Oreste Licori, anni 23, fucilato nei pressi del cimitero di Mirano il 1/11/44;

- Mosè Bovo, anni 22, fucilato a Maerne il 10/12/44;

- Cesare Chinellato, anni 22; Giovanni Garbin, anni 21; Bruno Garbin, anni 18; Cesare Spolaor, anni 22; Severino Spolaor, anni 21; Giulio Vescovo, anni 22; Seviziati e trucidati ed esposti nella piazza di Mirano la notte tra il 10 e 11 dicembre 1944;

- Michele Cosmai, anni 53; Aldo Vescovo, anni 27, Luigi Bassi, anni 23; Ivone Boschin, anni 21; Dario Camilot, anni 23; Primo Garbin, anni 22, Gianmatteo Zamatteo, anni 20, fucilati davanti alle mura del cimitero di Mirano il 17/01/45;

- Brunello Rutoli, anni 21 caduto combattendo a Codevigo il 10/12/44;

- Vito Giacalone, anni 27, caduto combattendo a Maerne di Martellago nel marzo 1945;

- Severino Faggian, anni 20, fucilato il 12/01/45;

- Nella Grassini Errera e Paolo Errera Paolo Errera (Sindaco di Mirano dal 1895 al 1920), deportati ad Auschwitz dove sono morti.

Infine, ricordiamo i caduti in Piazza Martiri di Mirano proprio il 27 aprile 1945, il giorno della Liberazione della città, Luigi Tomaello, anni 28, Mario Marcato, anni 14 Maria Nassuato 53 anni.

A tutti loro rendiamo insieme un umile, commosso e grato omaggio. Mirano è una città antifascista. Mirano è la città insignita della medaglia di bronzo al valor militare per i meriti acquisiti durante la resistenza. Mirano è una città nella quale la Resistenza è fortemente radicata, è una città impegnata a trasmettere alle nuove generazioni il senso di quel sacrificio, è una città che continua a incarnare e a vivere con forza e convinzione quei valori che le donne e gli uomini della Resistenza hanno vissuto e poi custodito, protetto e tramandato. Questi sono i motivi per i quali festeggiamo oggi la Giornata della Liberazione della nostra città, per questo proporremo al Consiglio Comunale di istituzionalizzare questa ricorrenza, per questo vogliamo iniziare a progettare e poi realizzare costruire, qui a Mirano, l’Archivio della Resistenza.

Unitamente al 25 aprile, il 27 aprile non sarà solo

un’occasione per guardare al passato, ma anche per riflettere sul presente e sul futuro. Sarà l’occasione per ribadire ancora una volta che alla base di ogni nostra scelta devono continuare ad esserci quei pilastri valoriali su cui si fondano la nostra Repubblica e l’Europa: la democrazia, la libertà, la giustizia, i diritti umani. Eredità preziosissime che vogliamo meritare oggi e domani, eredità di cui dobbiamo aver cura, promuovendole e praticandole ogni giorno, perché, come insegna la storia, niente è scontato e tutto va conquistato. Sarà un monito contro ogni forma di totalitarismo, un invito a difendere la dignità di ogni individuo, a combattere le ingiustizie e le discriminazioni, a continuare ad operare per un mondo più giusto e solidale.

Sarà un momento per riaffermare il nostro impegno per la difesa della libertà di espressione, della tolleranza e della convivenza pacifica tra i popoli. È’ questo un dovere civico e un atto di responsabilità verso le generazioni future, consapevoli che siamo diversi e che solo nella diversità, nella differenza, nella pluralità e nella reciproca accettazione possiamo essere persone migliori e trovare il nostro posto e la nostra felicità.

La storia siamo noi, Mirano siamo noi. Viva Mirano, Viva l’Italia, Viva la Repubblica, Viva la Democrazia, Viva la Libertà, Viva la Giustizia.

Buona Festa della Liberazionedella Città di Mirano.