Il Castelletto
Si tratta di un suggestivo quanto affascinante complesso ottocentesco voluto da Vincenzo Paolo Barzizza, figlio di Antonio Vincenzo Barzizza e di Giovanna Erizzo (ultima erede della nobile famiglia Erizzo), con lo scopo di creare un luogo appartato e privilegiato ove raccogliersi in sé stesso o in compagnia di amici intellettuali con i quali amava sovente intrattenersi.
Il Castelletto, più che una semplice torre, è un vasto complesso a forma di castelletto, dotato, nella pianta, di quattro locali (due lasciati di proposito a cielo aperto fin dall'origine) accanto ai quali sorge la torre ottagonale a cinque piani, sui resti di un basamento cilindrico, una finta rovina dove si apre una finestra ad arco e sesto acuto.
Nella torretta si sale mediante una elegante scala a chiocciola in pietra fino alla stanza del vero e proprio Belvedere, dotata di una bifora neogotica per ogni lato dell'ottagono, dalla quale, appunto, la vista spazia tutt'intorno a 360 gradi. Nel tratto finale una scala a chiocciola porta all'ultimo piano che consta di una terrazza ornata di merli, da cui si ammira un ancor più ampio panorama.
All’interno del Castelletto, costruito tra il 1840 e 1850, ci sono ancora residui di un affresco dell’artista ottocentesco Giovanni de Min raffigurante "Venezia nella Storia e nelle Arti".
La Torretta nasconde sotto di sé una Grotta misteriosa, riccamente articolata in più comparti, comunicante con la Villa tramite un cunicolo poi murato, mentre altre vie sotterranee, ora ostruite, si dice conducessero a castelli circonvicini (a Noale e Stigliano; e inoltre a Castelliviero e Salzano). L’itinerario sotterraneo misura circa 250 metri ed è ben articolato in alternanza di caverne, gallerie, cunicoli con un laghetto sotterraneo che sbocca all’aperto, ove si snoda in un continuo suggestivo saliscendi.
Accanto alla torre si estende un lago artificiale scavando il quale si è potuta formare l'altura per il castelletto. Il complesso architettonico si trova in un affascinante giardino all’inglese compreso tra i Mulini di sopra del Muson e quelli del centro storico di Mirano.
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