Chiesa Arcipretale di Zianigo

Ultima modifica 29 ottobre 2020

dedicata alla natività di Maria

via Scortegara n.166 tel. 041430411

Sito internet: www.parrocchia.zianigo.it

Chiesa Arcipretale di Zianigo

La costruzione, in origine della fine del Quattrocento (come la vecchia canonica demolita di recente, che recava tracce dell'originale decorazione sulle travature lignee e di un affresco interno con la figurazione della Madonna), fu trasformata completamente nel settecento e decorata con affreschi di Giandomenico Tiepolo riquadrati da stucchi nel 1799. Nel 1893 l'edificio venne ampliato sulla fronte, spostando di parecchi metri la facciata, e rinnovato internamente, nella nave e nel transetto, con più pesanti riquadrature a stucco.- In quell'occasione presero il volo, con molta probabilità, alcuni affreschi di Giandomenico, che decoravano , quasi sicuramente, il presbiterio ai lati dell'altare maggiore (il governo ha bloccato la vendita per la Francia, nel 1910, dei dipinti della villa e si è lasciato sfuggire evidentemente quelli della Chiesa); ora fra gli stucchi settecenteschi si trovano due copie ad olio su compensato di un dipinto del Correggio e del Rubens.

Sul soffitto della nave, Giandomenico ha dipinto nel 1799 un grande affresco rappresentante La Natività di Maria, ricco di tutta una simbologia che rievoca la grandezza e la missione della Madonna ai fini del riscatto dell'umanità dal peccato. Purtroppo, con la demolizione della vecchia facciata, l'affresco subì non pochi danni; alcune parti crollarono a terra e furono rifatte dal trevigiano Carlo Linzi, durante i restauri da lui condotti per ancorare il pericolante soffitto nel 1905. La parte andata perduta è quella centrale, comprendente il Padre Eterno, qualche angioletto e cherubino. Attorno al 1930 l'affresco del soffitto venne allungato di parecchi metri, per equilibrarlo alla nuova dimensione della Chiesa, svisando la figurazione con forti interventi di ridipintura condotti con abbondanza anche sulle parti originali.

Nello stesso periodo venne ricostruita la facciata e una cappella. In questi ultimi anni, a causa delle vibrazioni provocate dal passaggio di mezzi sull'asfalto che circonda su due lati la Chiesa, il soffitto dimostrava segni evidenti di una precaria stabilità; per salvarlo, la Soprintendenza alle Gallerie per il Veneto decise un pronto intervento per un ancoraggio delle parti che minacciavano di cadere. Fu così che usufruendo di un contributo stabilito per un lavoro limitato, il restauratore, allo scopo di salvare un'importante opera pittorica, si assunse l'onere di uno stacco completo e quindi del recupero definitivo dell'opera. Nel 1968, con un delicato intervento, la parte originale dell'affresco del soffitto venne così liberata dalle pitture grossolane, staccata, trasportata su tela, reintegrata pittoricamente e ricollocata in sito tesa su di un telaio ligneo. Ora è finalmente possibile gustare il bel soffitto di Giandomenico, una delle ultime fatiche del pittore, nelle forma originaria, recuperato al massimo nei suoi valori cromatici e libero dall'arbitrario ampliamento che ne falsava la bellezza compositiva.

All'interno della Chiesa sono conservate altre importanti pitture; sopra la porta laterale di destra è collocata una tela con La Madonna in trono e Santi opera del 1518 di Giovanni Mansueti (Venezia 1470 - 1527 ca.); sopra l'ingresso di sinistra trova sistemazione, invece una bellissima Pala ad olio di Giandomenico Tiepolo raffigurante Sant'Antonio da Padova, Gesù Bambino e altri Santi, stupendo dipinto e dal colore pregno di luce e ricco di delicatezze formali. Si tratta di un'opera dipinta nella villetta di Zianigo nel 1778, circa vent'anni prima di eseguire la faticosa impresa del soffitto. Nella Sacrestia è sistemata una piccola pala con La Madonna ed il bambino che appare a Sant'Antonio, probabilmente opera della giovinezza di Giandomenico (data però per tradizione al padre G . Battista), meno bella della precedente, ma egualmente interessante per un soffuso modulare delle ombre in una composizione raccolta e bene equilibrata. Di scuola veneta della fine del Settecento, o primissimi anni dell'Ottocento, è la serie della Via Crucis ; opera assai piacevole e di buona fattura , attribuita alla Querena, al quale è data pure la pala con la Madonna dell'altare maggiore. Gli altri dipinti presenti sono lavori recenti (eseguiti dopo l'ultima guerra) del pittore Borsato di Treviso; mentre il mosaico è opera di Padoan di Venezia, morto alcuni anni orsono.

il Campanile

E' una torre medioevale a canna quadrata, che serviva anticamente anche quale posto di osservazione militare e faceva parte di un complesso castellano più vasto demolito nel XV secolo. Sotto gli archetti pensili, sono ancora visibili degli stemmi trecenteschi di nobili capitani.

 

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